Le migliori frasi dalle canzoni di Diodato: emozioni in parole

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Diodato, il talentuoso artista italiano, ha realizzato una serie di canzoni che hanno conquistato il pubblico, trasmettendo emozioni profonde e messaggi significativi. Questo articolo esplora le frasi più evocative tratte dalle sue canzoni, celebrandone la bellezza e la profondità.

il percorso artistico di diodato

Antonio Diodato, nato nel 1981, ha fatto il suo ingresso ufficiale nel panorama musicale nel 2007 con il primo EP. Il successo maggiore è arrivato nel 2020 con la vittoria del Festival di Sanremo grazie al brano Fai rumore. Ispirato da artisti come Fabrizio De André, Domenico Modugno, i Pink Floyd e i Radiohead, Diodato è riuscito a creare brani che hanno toccato il cuore di molti fan.

le frasi più belle tratte dalle sue canzoni

  • Sai che cosa penso, che non dovrei pensare, che se poi penso sono un animale, e se ti penso tu sei un’anima. (Fai rumore)
  • La dedico a te la luce di questa stanza, anche se probabilmente non ti sembrerà abbastanza, che anche se siamo lontani, lontani, lontani, tanto lontani da non sentirci più, pensavi almeno di meritar di più. (La luce di questa stanza)
  • Poi mi prese con sé e mi portò via lontano, tra i sospiri del suo cuore, e si strinse tra le mani come maschera di cerca che nasconde al mondo la sua identità, per sempre. (Gli alberi)
  • Ah che vita meravigliosa questa vita dolorosa, seducente, miracolosa. Vita che mi spingi in mezzo al mare, mi fai piangere e ballare come un pazzo insieme a te. (Che vita meravigliosa)
  • Sono stanco di questi giochi inutili, sono stanco, basta, io non gioco più. Quel tuo masochismo ormai mi mette i brividi, le tue insicurezze non le voglio più. (La verità)
  • Prendimi l’anima e dille come si fa a non aver paura di questa felicità, oltre i limiti, tutti gli alibi, oltre tutti gli errori e le croci che indosso, oltre il buio che ho incontrato spesso e non confesso. (Di questa felicità)
  • Adesso basta, la lezione è stata dura. L’ho imparata, l’ho affrontata anche se avevo un po’ paura dei cazzotti che sa darti dritto in faccia la vita. Ko getto la spugna, questa volta è finita. (Cretino che sei)
  • E nonostante tutto, nonostante lo squallore, quel seme che hai piantato dentro è diventato un fiore. Un fiore nel deserto del nostro amore. Mentre bruciava il cielo, mentre moriva il sole. (Ormai non c’eri che tu)
  • Cado e tu, e tu mi porti ancor più giù. In questi abissi gelidi respiro sogni liquidi, ma ogni volta poi sai sorprendermi, quando penso di toccare il fondo mi riporti su, mi riporti su, mi riporti su. (Babilonia)
  • Ma fai rumore, sì, che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale, e non ne voglio fare a meno oramai di quel bellissimo rumore che fai. (Fai rumore)
  • E quello che sento adesso è così forte che non riesco a tenerlo chiuso qui dentro. Vorrei urlarlo più forte che posso, più forte che posso anche se quello che mi manca davvero di te non te lo so spiegare, ma spero sia la stessa cosa che manca anche a te di me. (Quello che mi manca di te)
  • Loro che ne sanno di tutti i nostri viaggi, loro che ne sanno, loro non lo sanno eppure parlano e parlano, ma non sanno. Ma tu falli parlare, che soltanto io e te sappiamo dov’è quel posto in cui ci dobbiamo incontrare. (Ci dobbiamo incontrare)
  • C’ho provato a mordermi le mani, a dirmi almeno aspetta sia domani, che la notte si sa porta consiglio. Mi sveglio, uno sbadiglio e forse non avrò più voglia di gridarti che non ti amo più, non ti voglio più, non ho più nemmeno voglia di farmi toccare da te. (Non ti amo più)
  • La notte è lunga e quindi ho tempo per scoprire ogni tuo piccolo segreto, per passare dal sentirmi predatore a preda di ogni tuo nascosto desiderio, desiderio. E non aver paura, tu di me puoi fare quello che vuoi. (Mi fai morire)
  • Dici che torneremo a guardare il cielo, alzeremo la testa dai cellulari finché gli occhi riusciranno a guardare, vedere quanto una luna ti può bastare. E dici che torneremo a parlare davvero senza bisogno di una tastiera, e passeggiare per ore per strada fino a nascondersi nella sera. (Adesso)
  • Oggi ho visto il mio primo capello bianco, oggi hai riso per il mio capello bianco. E una ruga è apparsa all’improvviso sul mio viso, sì una ruga è apparsa all’improvviso sul mio viso. Ma come si può sfiorire pur restando fermi, sì come si può sfiorire pur restando fermi? (Capello bianco)
  • E dici che troveremo prima o poi il coraggio di vivere tutto per davvero, senza rincorrere un altro miraggio, capire che adesso è tutto ciò che avremo. (Adesso)
  • Che mi ritrovo negli stessi posti, proprio quei posti che dovevo evitare, e faccio finta di non ricordare e faccio finta di dimenticare. (Fai rumore)
  • E non hai voglia di fare l’adulto, non hai voglia di ferirti o rinnegare tutto. E’ che ogni volta è la stessa questione, tu ogni volta fai scoppiare una rivoluzione, e vai fuori di te, fuori perché fuori non c’è niente che sia meglio di te e me. (Ciao, ci vediamo)

citazioni tratte dalle canzoni di diodato

Diodato ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui spiccano un David di Donatello e un Nastro d’argento per la Migliore canzone originale “Che vita meravigliosa”, colonna sonora del film “La dea fortuna” di Ferzan Özpetek. Ecco alcune tra le frasi più memorabili delle sue canzoni:

  • Ho capito che per quanto io fugga torno sempre a te, che fai rumore qui. E non lo so se mi fa bene, se il tuo rumore mi conviene. (Fai rumore)
  • E tu mi hai preso per mano e mi hai portato via, tra le costellazioni a illuminare tutto questo, a ritrovare il senso e farselo scappare, ma adesso devi lasciarmi andare, lasciamoci andare. (Colpevoli)
  • Ogni tuo sguardo logora la mia tremenda maschera, cosa importa ormai, basta avere noi, io coltivo fiori immaginari da darti prima o poi. (Fiori immaginari)
  • Cambiare gusto va bene, ma certe volte è bello avere un porto a cui tornare, un porto a cui tornare, un porto a cui tornare. Vieni a ridere di me, che oggi non voglio più scordarmi di te. Vieni a ridere con me, che oggi non voglio più scordarmi di te. (Vieni a ridere di me)
  • E poi cadere e rialzarsi accettando il dolore. Sentire come un abbraccio arrivarti dal cuore di chi ti ha visto incantare il mondo con un pallone, senza nascondere mai l’uomo dietro il campione. (L’uomo dietro il campione)
  • Siamo tutti calzini spaiati, bucati e bagnati, ma convinti che siano quegli altri poi ad essere sbagliati. Ci vorrebbe un miracolo ma non so proprio a chi chiederlo, sto per naufragare, vienimi a salvare, vienici a salvare. (Ci vorrebbe un miracolo)
  • Lo vedi amico? Arriva un’altra estate e ormai chi ci credeva più, che è stato duro l’inferno, ma non scaldava l’inverno, hai pianto troppo questa primavera. E tu ora dove sei? Dimmi dive sei che oggi se vuoi ti porto via, e ce ne andiamo al mare, chissà che effetto fa, vediamo se questo tempo ci rincuora, se questa estate ci consola. (Un’altra estate)
  • Uomo fragile, ti ripeti che nel perdono c’è gratitudine, o è più la paura di tornare in fondo a una vecchia e buia solitudine, per avere soltanto un altro po’ del suo calore gli occhi chiuderai un’altra volta, per avere soltanto un altro po’ del suo calore. Da dove viene tutto questo bisogno d’amore che hai, uomo fragile? (Uomo fragile)
  • Forse è questo temporale che mi porta da te, e lo so non dovrei farmi trovare senza un ombrello anche se ho capito che per quanto io fugga torno sempre a te. (Fai rumore)
  • In questo buco nero non esiste il tempo, solo io qui dentro, sono vecchio e bambino, e a fatica cammino, a fatica respiro, vedo cose e le scrivo, sento cose che schivo, sono pugnali che ho affilato con cura, e lo so, dovrei averne paura, invece ci gioco. (Buco nero)
  • Oh quanto tempo perso nel cercare a tutti i costi di non essere me stesso, per somigliare a chissà che, a chi, che cosa e poi perché se sono già un gran bel casino da me. Ma ora tutto è cambiato, mi sento rinato e
Scritto da Augusto Clerici
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