Ornella Vanoni svela verità scioccanti: depressione, morte e il legame con Celentano

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la carriera di ornella vanoni e le sue riflessioni

In vista del traguardo dei 90 anni, Ornella Vanoni ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha ripercorso la sua carriera e condiviso importanti riflessioni personali. La cantante milanese, celebrata per il suo contributo alla musica italiana, ha affrontato anche argomenti delicati come la morte e la depressione, che l’hanno toccata profondamente nel corso della sua vita.

amicizie e amori significativi

Durante l’intervista, Ornella Vanoni ha parlato dei quattro grandi amori che hanno segnato la sua esistenza, escludendo il marito Lucio Ardenzi, padre di suo figlio Cristiano. Tra le relazioni menzionate, spicca il suo legame con Giorgio Strehler, che ha vissuto negli anni Cinquanta. Questa intensa passione si è interrotta a causa dei vizi del famoso direttore del Piccolo Teatro di Milano. Inoltre, la cantante ha ricordato Gino Paoli, per il quale ha nutrito una forte passione e che ha composto per lei il brano immortale Senza fine.

riflessioni sulla morte e sulla salute

Oltre a ricordare colleghi celebri come Luigi Tenco, il quale si tolse la vita a Sanremo mentre lei era sul palco, Ornella ha espresso il suo pensiero sull’idea della morte: “Capirò quando sarà il momento di andarmene”. Riguardo alla salute, l’artista ha condiviso la sua esperienza con la depressione, ereditata dal padre. Ha affermato: “Mio padre era depresso, e io ho preso da lui”, illuminando come gli psicofarmaci le abbiano fornito supporto e stabilità.

relazioni con colleghi famosi

Nell’intervista, Ornella si è anche soffermata su alcuni colleghi noti, mettendo in evidenza la sua amicizia con Mina e il suo rispetto per Adriano Celentano, descrivendolo come una persona “deliziosa”, connotando le sue difficoltà legate alla salute. La cantante ha mostrato una consapevolezza profonda riguardo alla vita e alla morte, evidenziando una costante ricerca di significato nel suo percorso artistico e umano.

Scritto da Augusto Clerici
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